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Il fiume Cassarate
Chiara Lepori Abächerli
2 ottobre 2024

Il 4 giugno 2024, l’ATA Associazione traffico e ambiente della Svizzera italiana ha interposto ricorso al Tribunale federale contro la sentenza del Tribunale cantonale amministrativo riguardante la sistemazione viaria di Via Sonvico-Via Ciani, nei comuni di Lugano, Porza e Canobbio.

Il progetto stradale, che riguarda il riassetto del sistema viario dall’uscita della galleria Vedeggio-Cassarate allo stadio di Cornaredo, risulta particolarmente invasivo e rovina inutilmente il paesaggio. In particolare, la nostra associazione contesta la grande rotatoria sul Cassarate (4 corsie e 61 metri di diametro) posata proprio sopra il fiume, inclusa la pista ciclabile soprelevata (estremamente costosa e disfunzionale, quando la si potrebbe far passare semplicemente al livello del suolo) e la nuova strada a quattro corsie, che dovrebbe convogliare il traffico da Via Ciani a Via Trevano (detta Via Stadio), lunga 285 metri e che attraversa proprio nel mezzo la superficie dedicata allo sport. 
Contestualmente al ricorso al Tribunale cantonale amministrativo, l’ATA ha prodotto uno studio nel quale si dimostra che è possibile rinunciare alle due opere senza compromettere la viabilità del comparto Lugano Nord (e spendendo meno). Studio che purtroppo non è stato preso in considerazione dal TRAM.

Occorre poi segnalare che l'enorme rotonda sul fiume si pone in contrasto con il progetto di riqualifica e rinaturazione del fiume Cassarate, dal piano della Stampa alla foce, chiamato anche “parco fluviale” o “raggio verde”. Per il lotto 1, che va da Ponte di Valle allo stadio, sono già stati stanziati 12,6 milioni di franchi. È difficile credere, o far credere, che un “ecomostro” dal diametro di 61 metri, sopra il quale si prevede un traffico di circa 30 mila veicoli al giorno, con relativo rumore e inquinamento, possa in qualche modo integrarsi in un (bel) progetto di rinaturazione e restituzione delle sponde del fiume alla popolazione!

Dato che la legislazione federale è molto restrittiva in materia di copertura dei corsi d’acqua (che in principio non possono essere coperti) e che la stessa prevede delle precise procedure in materia di costruzione di strade, l’ATA ritiene di avere delle valide argomentazioni per ricorrere contro la sentenza del TRAM. Con questo impegno, spera dunque di riuscire a evitare una deturpazione del paesaggio, un inutile attacco alla salute dei giovani atleti, e pure una spesa ingiustificata in un periodo di finanze pubbliche non proprio floride.