Perché non ha senso ridurre il prezzo della benzina

L’ATA guarda con occhio critico al dibattito in merito agli sgravi fiscali sui carburanti. I prezzi marcatamente in aumento dei prezzi mettono in luce perché la forte dipendenza dai combustibili fossili è dannosa per la Svizzera. La transizione energetica verso le energie rinnovabili può risolvere meglio questo problema di quanto non lo possano fare gli sgravi fiscali.

Sei argomenti contro la riduzione del prezzo della benzina

<h4>I costi del carburante rappresentano solo una minima parte dei costi dell’auto, anche ai prezzi attuali. L’aumento dei prezzi ha reso la guida solo leggermente più costosa. </h4>
<h4>Il traffico stradale motorizzato causa già considerevoli costi esterni non coperti. Un ulteriore sgravio a spese della collettività non è quindi appropriato.</h4>
<h4>Da anni gli acquirenti di auto comprano macchine costose che presentano consumi elevati. Questa scelta si rivela ora dolorosa alla pompa di benzina.</h4>
<h4>Le persone con un reddito alto beneficiano in misura molto più marcata degli sconti fiscali sul carburante rispetto alle persone con un reddito basso. </h4>
<h4>Anziché sovvenzionare i carburanti, occorrerebbe compensare l’aumento dei prezzi con una riduzione dei consumi.</h4>
<h4>I sussidi sui carburanti aumentano i margini delle compagnie petrolifere permettendo loro di continuare a vendere grandi quantità di carburante nonostante l’aumento dei prezzi.</h4>

I costi del carburante rappresentano solo una minima parte dei costi dell’auto, anche ai prezzi attuali. L’aumento dei prezzi ha reso la guida solo leggermente più costosa.

Accendendo i riflettori sul prezzo del carburante, il problema sembra più grande di quanto non lo sia. Rappresentando il 16,3%, il costo del carburante costituisce una minima parte del costo dell’auto. Secondo i calcoli attuali del TCS, un’auto di medie dimensioni in Svizzera costa 10.280 CHF all’anno o 69 centesimi al chilometro. Se il prezzo del carburante aumenta di 48 centesimi, il prezzo al chilometro aumenta di 3 centesimi, passando a 72 centesimi, per un aumento dei costi pari al 4,35%.

Il traffico stradale motorizzato causa già considerevoli costi esterni non coperti. Un ulteriore sgravio a spese della collettività non è quindi appropriato.

Già allo stato attuale il traffico stradale sostiene solo una parte dei costi che genera. Il solo trasporto privato motorizzato causa costi esterni per un ammontare di 7,7 miliardi di CHF all’anno, pari a 7,8 centesimi al chilometro. Con una media di 13.000 chilometri annui, i costi esterni di un’auto sono quantificabili in circa 1000 CHF all’anno. Questi costi sono sostenuti dalla collettività, generalmente sotto forma di danni ambientali o costi sanitari e rappresentano una massiccia sovvenzione del traffico stradale da parte del pubblico. Anziché ridurre le tasse, sarebbe urgente internalizzare questi costi attraverso un aumento delle tariffe.

Costi esterni dei trasporti (Ufficio federale dello sviluppo territoriale)

Da anni gli acquirenti di auto comprano macchine costose che presentano consumi elevati. Questa scelta si rivela ora dolorosa alla pompa di benzina.

Le auto vendute in Svizzera negli ultimi due anni presentano valori di emissioni di CO2 e quindi anche di consumo di carburante superiori rispetto agli altri Paesi europei. Molti acquirenti svizzeri hanno optato per macchine dai consumi elevati nonostante le alternative più economiche per cui sono in parte responsabili della spesa per il carburante.

Le persone con un reddito alto beneficiano in misura molto più marcata degli sconti fiscali sul carburante rispetto alle persone con un reddito basso.

Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, le economie domestiche con un reddito inferiore a 4.530 CHF al mese spendono per la benzina e il gasolio solo un terzo di quelle con un reddito superiore a 12.856 CHF. Le famiglie con redditi elevati beneficiano quindi in modo sproporzionato delle riduzioni sui prezzi dei carburanti. Le persone che hanno la possibilità di fronteggiare con maggiore facilità l’aumento dei prezzi risparmiano più denaro rispetto a quelle con un budget particolarmente limitato.

Emissioni di CO2 delle flotte di auto nuove in Svizzera e nell'UE

Anziché sovvenzionare i carburanti, occorrerebbe compensare l’aumento dei prezzi con una riduzione dei consumi.

I sussidi per i prodotti petroliferi sostengono la domanda di petrolio e contribuiscono quindi al persistere di prezzi elevati del greggio. L’obiettivo deve pertanto essere quello di ridurre i consumi il più rapidamente possibile, anziché sovvenzionarli. 

A oggi il trasporto su strada non sembra reagire all’aumento dei prezzi. Secondo Avenergy, la domanda di carburante rimane elevata. I consumatori hanno la possibilità di ridurre significativamente i costi del carburante adattando il loro comportamento. 

Circa il 30% di tutti gli spostamenti in auto sono più brevi di 3 chilometri. Molti spostamenti brevi possono però essere effettuati anche a piedi o in bicicletta. Per gli spostamenti più lunghi, occorrerebbe ricorrere dove possibile al trasporto pubblico. La mobilità condivisa, detta anche car pooling, può altresì ridurre i costi del carburante per i singoli occupanti.

Anche lo stile di guida ha un’influenza significativa sul consumo di carburante. Rispetto a un comportamento di guida medio, uno stile di guida economico può far risparmiare fino al 10% di carburante. Con un prezzo del carburante a 2 CHF, il potenziale di risparmio è di circa 1,2 miliardi di CHF. Ulteriori informazioni su questo argomento sono disponibili all’indirizzo www.ecodrive.ch.

I sussidi sui carburanti aumentano i margini delle compagnie petrolifere permettendo loro di continuare a vendere grandi quantità di carburante nonostante l’aumento dei prezzi.

L’aumento dei prezzi porta a un calo della domanda. Se si riducono le tasse sul carburante, l’aumento dei prezzi è a carico dello Stato e non dei consumatori e si neutralizza l’effetto dissuasivo sulla domanda. I profitti dell’industria petrolifera aumentano perché la quantità di carburante venduto rimane costante nonostante l’aumento dei prezzi. I sussidi sui carburanti aumentano pertanto i margini dell’industria petrolifera. Grazie all’aumento dei prezzi del greggio, i profitti delle compagnie petrolifere sono già aumentati in modo significativo. Esse sono le maggiori beneficiarie dei prezzi elevati e dei sussidi sui carburanti. 

Accogliamo con favore la comunicazione del sorvegliante dei prezzi “di analizzare l’andamento dei margini nelle fasi a monte della catena del valore” per garantire che le raffinerie e i gestori delle stazioni di servizio non sfruttino la situazione a proprio vantaggio tralasciando di trasferire eventuali riduzioni di prezzo ai consumatori. 

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